Il Progetto Grande Vercelli
Vercelli è seduta su un tesoro, ma continua a ignorarlo.
Ed è un tesoro così straordinario, e grande, che la classe politica cittadina non è mai stata capace di capirne le dimensioni: sono le dimensioni di una straordinaria città antica, i cui monumenti non solo rappresentano pagine della nostra storia e identità comunitaria, ma anche un potenziale turistico di livello nazionale.
È come se la classe politica "moderna" si fosse finora dimostrata troppo piccola, di fronte all'enormità di questo potenziale. Incapace di esserne all'altezza.
Gli ultimi ritrovamenti bimillenari della città romana (il cosiddetto "opificio", a fianco dello stadio della Pro) hanno riproposto con urgenza il problema: quando smetteremo di distruggere? Quando scopriremo che la nostra grande storia è un patrimonio da riscoprire e valorizzare?
Questo è il senso del nostro progetto, che abbiamo chiamato "Grande Vercelli".
Siamo un gruppo di associazioni culturali e sociali che si sono unite per questa iniziativa attorno a un tavolo che abbiamo chiamato "La Rete". E questo tavolo è e resterà aperto a chiunque altro voglia collaborare, e aggiungersi. TUTTI sono i benvenuti.
È infatti la prima volta che associazioni diverse si uniscono su un tema comune: UNITÀ DI INTENTI. È questo ciò che è sempre mancato alla nostra città.
Ci rivolgiamo quindi a tutti i vercellesi.
"La Rete" è aperta a chiunque voglia dare una mano.
Il nostro Comune non ha mai avuto una politica per i beni culturali, per salvare e valorizzare il tesoro su cui siamo letteralmente seduti.
Bisogna cambiare. E questa è una buona occasione.
Allora noi abbiamo proposto sei iniziative (le proposte) a TUTTI i candidati che volevano fare il Sindaco della città. E abbiamo chiesto a TUTTI di sottoscriverle, PRIMA del voto.
Ai vercellesi chiediamo aiuto.
Non c'è cultura, non c'è futuro per una comunità che distrugge la propria storia. Noi vogliamo salvarla perché sono le nostre radici, ma anche perché ritrovare quel tesoro è un ottimo investimento anche economico. Si chiama turismo.